venerdì 24 settembre 2010

Salvador Dalì. Il sogno si avvicina



Mercoledì pomeriggio ha avuto inizio questa grande esposizione e io, da buona ammiratrice di Dalì, mi ci sono fiondata al volo :)  Prima di esprimere il mio giudizio personale però vorrei fare una piccola premessa introduttiva per chi non ci è ancora stato.



Il percorso della mostra prevede quattro aree tematiche, che si sviluppano lungo sette stanze:

1. Paesaggi storici: guardare dietro di sé e intorno a sé. Le opere di questa sezione hanno tutte a che fare con il passato dell'artista

- Stanza della memoria (Venere di Milo con cassetti)
- Stanza del male (Melanconia atomica)

2. Paesaggi autobiografici: guardare dentro di sé. In questa sezione ci sono le opere più surrealiste e si approfondisce il tema dell'inconscio.

- Stanza dell'immaginario (Ricerca della quarta dimensione)
- Stanza dei desideri (Stanza di Mae West)

3. Paesaggi dell'assenza: guardare oltre di sé. Qui la persona umana scompare gradualmente per lasciare spazio solamente al paesaggio.

- Stanza del silenzio (Cammino dell'enigma)
- Stanza del vuoto (Il rapimento di Europa)

4. Epilogo. Si tratta della stanza conclusiva, dedicata al rapporto dell'artista con Walt Disney.

L'ingresso è già di per sè molto particolare: si oltrepassa un tendone scuro e si entra in un corridoio molto buio, l'unica cosa illuminata è la parete laterale su cui sono riportati due interessanti brani ad introduzione della mostra.

Dopodichè si procede nelle due stanze successive. Qui il gioco di luce dell'ingresso prosegue, la luce è infatti concentrata solo sulle opere esposte e questa scelta stilistica secondo me è davvero bellissima, perchè in questo modo chi cammina tra le opere esposte riesce realmente ad isolare se stesso, concentrandosi soltanto sulle opere e su ciò che lo circonda (notare per l'appunto il titolo dell'area tematica: guardare intorno a sè).  

Con il subentrare del secondo tema cambia anche l'illuminazione, che nelle stanze successive diventerà rosso acceso, azzurro o bianco, anche in relazione ai temi trattati.

Le luci non sono però il solo elemento degno di nota, va infatti detto che lungo tutto il percorso espositivo sono presenti moltissimi pannelli esplicativi, sia dell'area tematica, sia della stanza in particolare, sia delle opere più particolari. Non mancano nemmeno i video con le interviste all'artista, tutti elementi secondo me importantissimi.

Gli elementi più importanti della mostra però, quelli che le danno un tocco di originalità e che le permettono di non scadere nel banale, non sono tanto i dipinti (pur essendo naturalmente di altissimo livello), bensì la ricostruzione della Stanza di Mae West ed il filmato inedito di Walt Disney.

Per quanto riguarda la Stanza di Mae West le cose da dire si restringono solo ad un puro e semplice: andate a vederla. Si tratta di qualcosa di veramente unico nel suo genere, per la prima volta vengono usati un proiettore ed uno schermo al posto dell'usuale gioco di specchi: così facendo ci si avvicina molto di più all'idea originale di Dalì e si percepisce ancora di più quanto questo artista abbia anticipato di decenni l'arte pop.

L'ultima stanza è dedicata a Destino, cortometraggio realizzato in collaborazione tra Dalì e Walt Disney, ultimato solo nel 2003. Guardando questa breve animazione si percepisce la mano di Dalì in ogni minimo dettaglio ed è anch'esso molto interessante. Nella stanza sono poi presenti alcuni disegni eccezionalmente esposti grazie alla collaborazione della Walt Disney Company.

I giochi di luce, l'ampia documentazione audio-visiva e il prezioso contributo di alcune opere eccezionalmente esposte, rendono quindi questa mostra assolutamente degna del nostro tempo. Vorrei però fare un'ulteriore precisazione, Dalì è un autore notoriamente complesso e molto particolare, quindi non ci si deve aspettare di comprendere tutto ciò che si vede. Molte opere e molti dipinti appariranno oscuri ai vostri occhi, così come in parte lo è stato per me, però a mio parere una mostra del genere va vista, anche a costo di apprezzarne solo il lato più superficiale. Dico questo in primo luogo perchè si tratta di una delle poche manifestazioni artistiche a cui sono stata che ritengo essere stata curata molto bene, in secondo luogo perchè una pittura a livello di quella di Dalì è davvero difficile da trovare, la cura dei dettagli, i colori, i contrasti, sono qualcosa di unico ed irripetibile che i libri non potranno mai trasmettervi.

R.M.

5 commenti:

  1. Ciao Rosa Meditativa, grazie per questa recensione. Sono molto contenta che finalmente sia stata allestita una mostra degna di lode!Andrò a vederla presto, anche perchè Salvador Dalì è anche uno dei miei artisti novecenteschi preferiti!

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  2. Grazie Manu,anche a me piace moltissimo infatti probabilmente tutto questo entusiasmo è dovuto al fatto che sono molto di parte .. ahahah .. poi quando vai magari commenta pure di nuovo se vedi che non ti ritrovi in qualcosa che ho scritto! :)

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  3. Per farti capire il mio giudizio sulla tua recensione posso dire che mi hai fatto venire parecchia voglia di andare a vederla (se non fosse per il classico dettaglio della distanza fisica...).
    Dalì è un artista che mi ha sempre colpito, non posso dire di essere un suo esperto conoscitore, ma credo che una mostra sarebbe un ottimo modo per avvicinarmi meglio alla sua arte. Che poi, collegandomi a quel che scrivi nella tua conclusione, credo che andare a una mostra sia un mezzo per iniziare a conoscere un artista e non per concludere il proprio percorso. Quindi il fatto che certe cose restino incomprese o destino interrogativi è giusto e normale: spetta poi a ciascuno di noi il compito di approfondire leggendo libri e opere critiche. Che poi l'arte non deve per forza "spiegarsi" sempre e comunque. A volte ci si deve limitare a viverla e basta, semplicemente.

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  4. Sì è esattamente quello che intendevo dire io, l'arte non sempre si riesce a comprendere pienamente e forse questo è anche uno dei suoi pregi. L'idea della continua ricerca mi affascina moltissimo e con Dalì c'è da stare occupati una vita intera. Io sono rimasta letteralmente estasiata dai colori, dai contrasti, dalla precisione del tratto ... ha disegnato un pacchetto di sigarette Camel estremamente dettagliato, e sarà stato grande un centimetro. Ecco, ho detto tutto, se ti capitasse in futuro vai a vederlo assolutamente, merita.

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  5. Fosse per me guarda passerei le giornate andando a vedere mostre d'ogni genere...purtroppo Cagliari (e peggio ancora Carbonia) non offrono proprio il massimo e bisogna accontentarsi. Di certo se avrò l'occasione cercherò di non farmela scappare :)

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